Overshoot Day 2018 – Quando il mondo finisce

Il giorno dell’Apocalisse. In tutte le tradizioni, più o meno antiche, è predetto che prima o poi il mondo finirà e siamo portati a credere che questo avverrà all’improvviso, sotto forma di una immensa catastrofe globale.

Si tratta sempre però di leggende e superstizioni (anche religiose) alle quali tendiamo a credere solo quando ci fa più comodo. La verità è che la fine del mondo non arriverà all’improvviso, ma sarà un percorso lungo, durante il quale avremo l’apparenza di normalità. Solo se saremo in grado di leggere certi segnali potremo cambiare il destino dell’umanità, prima che sia troppo tardi. Tanti segnali (ambientali, sociali, economici e politici) purtroppo sono già evidenti, perciò è ufficiale: è in corso la fine del mondo!

Questa premessa catastrofista e un po’ romanzata, può servire a comprendere come non dobbiamo aspettarci chissà quale sconvolgente evento, ma che con i nostri modelli di sviluppo (o peggio, di crescita) stiamo razziando il pianeta delle sue risorse, restituendo solo rifiuti e sostanze altamente pericolose per qualsiasi forma di vita.

Nonostante questo, non sarebbe comunque corretto parlare di “fine del mondo” ma semmai di “fine dell’umanità”, di rischio di estinzione della nostra specie, perché dato il nostro egocentrismo espanso, siamo convinti che se muoiono le persone, nient’altro potrà sopravvivere. Fortunatamente non è così che funziona. La vita sarà in grado di proseguire senza di noi, come ha fatto per miliardi di anni.

Messo in chiaro questo punto, l’orologio del destino ha comunque mosso le sue lancette in avanti anche nel 2018. Questa iniziativa dell’Università di Chicago del 1947 consiste in un orologio metaforico che segna l’imminente fine (la mezzanotte) dovuta soprattutto agli equilibri politici. A inizio 2018 le lancette sono state spostate sulle 23:58 poiché i leader mondiali non sono ancora in grado di contrastare le minacce di guerra nucleare e del cambiamento climatico. È il maggior avvicinamento dell’orologio alla mezzanotte dal 1953, anno in cui venne sviluppata la bomba a idrogeno prima da parte degli USA e poco dopo dall’URSS.

Un altro ente scientifico, il Global Footprint Network, oltre a lavorare sull’impronta ecologia sia degli Stati che delle singole persone, ogni anno calcola il giorno del superamento (in inglese Overshoot Day), ovvero il giorno dell’anno in cui, idealmente, finiscono le risorse naturali messe a disposizione dall’ambiente per il prosperare delle società umane. Nel 2018 questo giorno è il 1 agosto. I successivi 5 mesi sono quindi a carico della sopravvivenza delle generazioni future. Questo in generale significa che l’umanità sta usando, fruttando e alterando le capacità del pianeta di rinnovarsi, ovviamente a discapito dell’ambiente ma anche di miliardi di persone povere, affamate e con poche possibilità di elevarsi da questo status di malessere. Questo giorno nefasto continua peraltro ad anticiparsi ogni anno, nonostante i rallentamenti. Se nel 2018 ricade il primo di agosto, l’anno scorso era il 2 agosto 2017, mentre nel 2016 ricorse l’8 agosto. Nel 2015 era il 13 agosto con quasi una settimana di differenza con l’anno seguente.

Nel prossimo futuro le sfide saranno ardue, soprattutto a causa della forte crescita della popolazione. Ma che fare quindi? Quali soluzioni? Recentemente un film di molto successo al botteghino, è stranamente connesso a queste tematiche, prendendo di mira non solo il nostro pianeta ma l’intero universo. Il cattivo della situazione, Thanos, non è il solito personaggio che voglia conquistare il potere o distruggere ogni cosa. No. Il suo intento è portare equilibrio e pace nell’universo, salvandolo dal suo destino segnato e obbligato verso l’autodistruzione. In che modo? Dimezzando la popolazione di ogni pianeta! Con un semplice gesto, uno schiocco di dita, e in modo del tutto casuale senza distinzione di prestigio, fama e potere, la metà degli esseri viventi svanisce nel nulla, ma chi resta non rischia più il collasso per mancanza di risorse.

Può essere davvero questa una soluzione giusta ed equa? Ovviamente no, non può e non deve.

Molti istituti scientifici e umanistici ogni anno propongono e mettono in atto strategie e soluzioni di sviluppo sostenibile, tra cui lo stesso Global Footprint Network sul suo sito.

Tra le altre, sicuramente l’iniziativa più alta è quella delle Nazioni Unite defindendo l’Agenda 2030, suddivisa in 17 obiettivi di sviluppo sostenibile o Sustainable Development Goals (SDGs). Questi obiettivi basati sui tre pilastri della sostenibilità, sono stati firmati da tutti gli Stati Membri e nessuno può ancora dichiarare di aver raggiunto lo scopo. Gli SDGs coinvolgono tutti e includono tutti, ricchi e poveri, Paesi sviluppati e in via di sviluppo, imprese, governi e singoli cittadini. Insieme, con la giusta volontà si può fare la differenza e si può intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile senza il bisogno di anti-eroi come Thanos. Ci sono ancora 12 anni di possibili cambiamenti e soluzioni. Tutto sta nel voler cambiare prima che scatti la mezzanotte.

<“Quanto ti è costato?” “Tutto”>

 

 

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